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Guado

Il guado (Isatis tinctoria) è una piccola pianta della famiglia delle Brassicaceae, che raggiunge al massimo 120 cm in altezza, con steli bluastri che portano le infiorescenze di fiori gialli. Cresce in luoghi aridi e soleggiati ed è conosciuta principalmente per le sue proprietà tintorie.

Le sue origini sono asiatiche, ma si è diffusa nel corso del tempo in tutta l’Europa, fino ad arrivare in Italia e anche oltre. Il suo successo era dovuto soprattutto agli usi nella medicina, per la cura delle ferite e delle infezioni. Per secoli è stata la pianta principale da cui estrarre il caratteristico pigmento blu, utilizzato per colorare fibre tessili; tuttavia nel 17° secolo è stata abbandonata per lasciar posto alla più conosciuta Indigofera tinctoria (il nostro amato Indigo).

Con l’avvento dei coloranti sintetici, il guado è rimasto utilizzato quasi soltanto nella medicina tradizionale cinese.

L’olio dei semi e gli estratti ricavati dalle foglie possono essere usati nella cosmesi come emollienti e condizionanti per pelle e capelli, mentre la polvere o l’estratto ricavato dalle radici ha proprietà astringenti per la pelle.

Dalle foglie più giovani e fresche invece, attraverso processi di fermentazione ed essiccatura, si possono estrarre i pigmenti blu, tra cui l’indigotina (lo stesso che si trova nell’indigo!).

A cosa serve il guado?

La polvere ottenuta dalle foglie di Isatis tinctoria può essere utilizzata per ottenere degli intensi riflessi blu su una base molto stratificata di henné (Lawsonia inermis) e indigo (Indigofera tinctoria). È quindi un ingrediente fondamentale per preparare l’impacco tintorio della Magara delle Acque!

Come si prepara e come si utilizza?

La polvere di guado può essere usata da sola o in combinazione con le altre erbe tintorie.

Deve essere preparata con acqua calda, mescolando la polvere fino ad ottenere un composto omogeneo e senza grumi, per poi lasciarla a riposare dalle 6 alle 12 ore a temperatura ambiente. Quando il composto sarà ossidato, sulla superficie si formerà una patina nera-violacea.

Per far rilasciare ancora più pigmento, è necessario “stressare” l’impasto di guado sottoponendolo a sbalzi di temperatura: una volta lasciato riposare, bisogna congelarlo e poi lasciarlo scongelare, ripetendo questi passaggi per almeno un paio di volte.

Con questo procedimento noterete che la superficie dell’impasto cambierà colore: dal nero-violetto originario tenderà a diventare di un nero molto intenso con riflessi blu.

A questo punto è pronto per essere utilizzato!

Per le Magare Oscure con una base molto stratificata di henné e indigo, si può utilizzare il guado da solo, ma tenete presente che per mantenere i riflessi blu l’impacco dovrà essere fatto con frequenza costante (una volta a settimana/ogni 10 giorni se volete un blu intenso e permanente).

Se invece avete una base più chiara (bionda, rossa o castana) e dovete ancora diventare Magare Oscure, vi consiglio di usare il guado in combinazione con altre erbe. In particolare:

  • se fate il doppio passaggio, mettete un 30% di guado nel secondo passaggio (di indigo);
  • se fate un unico mix tintorio di henné ed indigo (o una miscela già pronta per il nero), aggiungete il guado al mix in proporzioni maggiori.

Dato che i riflessi blu si possono ottenere soltanto su una base molto stratificata, vi consiglio di utilizzare il guado soltanto quando siete sicure di aver raggiunto un nero intenso, per far sì che i riflessi rimangano più a lungo!

Buone Magarìe!

Leggi: Magàra delle acque

Fonti

<1> “Isatis tinctoria L. (Woad): A Review of Its Botany, Ethnobotanical Uses, Phytochemistry, Biological Activities, and Biotechnological Studies”, di J. Speranza, N. Miceli, M. F. Taviano, S. Ragusa, I. Kwiecień, A. Szopa, H. Ekiert ( https://www.mdpi.com/2223-7747/9/3/298 )